S1.1 JESU REX

JESU REX ADMIRABILIS

TESTO

Jesu Rex Admirabilis
et triumphator nobilis,
dulcedo ineffabilis,
totus desiderabilis.

Mane nobiscum Domine
et nos illustra lumine,
pulsa mentis caligine,
mundum reple dulcedine.

TRADUZIONE

Gesù Re Ammirabile
e Nobile trionfatore,
dolcezza inesprimibile,
tutto desiderabile.

Rimani con noi Signore
e illuminaci con la luce,
manda via il buio dalla mente,
riempi il mondo di dolcezza.

INFORMAZIONI

VOCI: 3, A: G. P. da Palestrina, TR: Boanerges, G: inno, L: latino, P.E.: 22 novembre 1980

ESECUZIONE: 12 dicembre 1981 Chiesa di S. Geremia, Venezia
ASCOLTA JESU REX! (in formazione classica)
DIRETTORE: F. Stocco


ESECUZIONE: 21 maggio 1993 CARICARE IL LINK NUOVO...
ASCOLTA JESU REX! (in formazione estesa)
DIRETTORE: F. Stocco

ALTRO

Spartito presso Achille Schinelli, Edizioni Curci.

Gli Inni sono le sole composizioni della Liturgia gregoriana ad avere il testo in versi. Infatti si compongono di più strofe, intonate sillabicamente su facili melodie. La melodia della prima strofa viene poi intonata per tutte le strofe dell'inno. Gli INNI nacquero in lingua greca nella Chiesa d'Oriente (Siria, 2° e 3° secolo). Nella Chiesa Latina furono introdotti da S. Ilario di Poitiers e poi diffusi da S. Ambrogio vescovo di Milano che ne compose alcuni (Aeterne Rerum Conditor, Deus Creator Omnium, Veni Redemptor Gentium).

1 commento:

  1. Ho conosciuto questo brano giovanissima, a 10 anni. Frequentavo la I media presso il conservatorio e il professore di Educazione Musicale (che è una materia principale in conservatorio, ovviamente) ci ha preparato per un saggio di Esercitazione Corale di fine anno. "Jesu Rex Admirabilis" di Palestrina è stato il primo pezzo a essere studiato, poi altri pezzi come "Da così dotta man", "Canta lo cuco" (però! mica uno scherzo!), "Il mio martir"...

    Cantare per me è stata sempre un'esperienza inebriante, e mi ritengo fortunata di aver cominciato molto presto a fruire della Bellezza sotto la forma del canto.

    "Jesu Rex" è stato uno dei primi pezzi eseguiti dai Boanerges, e uno degli ultimi; di fatto è stato il nostro Manifesto Programmatico e, ancor oggi, è il nostro modo di salutarci e riconoscerci tra noi.

    Man mano che il coro cresceva nell'età dei suoi componenti modificavo la tonalità di esecuzione proprio per trovare il punto "magico" di resa massima per voci dapprima acerbe, poi in muta, poi più stabili.

    Memorabile l'ultima esecuzione ufficiale nella Chiesa di S. Rita in Mestre, nella quale il Coro si è disposto lungo le pareti perimetrali con l'intenzione di "avvolgere" gli ascoltatori e offrire Loro la vicinanza all'emissione del suono (è un segreto del Bello!). La difficoltà stava nel cantare lontano gli uni dagli altri e dal Direttore (non in formazione classica) e intervallati per sezione: un soprano, poi un contralto, poi un tenore, e così via; un soprano, cioè, non era vicino al alcun soprano, però con il contralto e il tenore vicini formava già un trio completo. Insomma: tanti piccoli trii vicinissimi agli spettatori. Avevamo in mano anche una candelina, le luci della Chiesa erano spente...

    Lontani, soli, al buio.
    Sicuri di sè, sicuri dei compagni, con la nostra fiammella.
    Eravamo più Coro che mai.

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